28 Ottobre 2019 -

“Sulle orme dei Baroni Franchetti” 03/11/2019

 “La Scuola della Montesca (organizzata all’interno della villa e di Rovigliano) è una di quelle espressioni più significative di tendenze riformatrici che si svilupparono in Italia. Considerata, inoltre, parte integrante di quel movimento dell’ ”Educazione Nuova” conosciuto maggiormente con l’espressione di “Scuola Attiva” e che si sviluppò in Europa e in altri paesi del mondo dalla fine dell’ottocento fino alla prima metà del novecento.

 Le istituzioni Franchetti, compresa la Scuola della Montesca, vengono spesso definite come iniziative locali provvidenziali, ma la verità è che ebbero un’ importante dimensione internazionale frutto di intense collaborazioni e scambi continui con istituzioni straniere; senza contare i numerosi rapporti avuti con personalità ed educatori, italiani e non, tra i più  brillanti dell’epoca.

 Non mancarono infatti numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero tra cui il conferimento, a questa istituzione, del primo premio e della medaglia d’oro.

Questo successo fu per l’istituzione la consacrazione internazionale. Il merito spetta sicuramente ai legami che la baronessa era solita coltivare negli ambienti stranieri che frequentava con regolarità e all’autorevolezza del senatore Franchetti, che favorì in ogni modo le iniziative della consorte.

 Alla base del progetto educativo della Montesca c’è innanzitutto una forte spinta

filantropica; come abbiamo visto precedentemente la vita di entrambi i coniugi era fortemente caratterizzata da questo desiderio fortissimo di aiutare e di agire a vantaggio degli altri per mezzo di iniziative private. Venne così  istituita nel 1901 nel comune di Città di Castello, nella frazione di Montesca.

Si trattava di una scuola elementare mista con corsi inferiori e superiori, gratuita,

legalmente riconosciuta, ma a carico dell’ente promotore; era una scuola per i figli dei

contadini, con sede nella villa padronale e che poteva ospitare fino a 40 bambini. Ben

 presto divenne celebre per alcune creazioni didattiche fra cui il “Calendario” che veniva costruito ogni giorno dalle scolaresche e l’Ufficio Meteorologico, sempre tenuto dagli

allievi, che divenne famoso perché trasmetteva le osservazioni direttamente all’Ufficio

statale centrale di meteorologia di Roma.

Fu sperimentato anche un  metodo didattico completamente nuovo che aveva come  principio fondamentale il vivere con la natura e che si attuava con un tipo di insegnamento centrato sulla coltivazione degli orticelli. La Montesca era ormai il punto di riferimento, di incontro e di confronto per un numero sempre maggiore di pedagogisti italiani e stranieri; non stupisce il fatto che la Montessori scelse proprio questa istituzione per far conoscere a tutto il mondo il metodo educativo applicato nelle Case dei bambini.”

(Tratto dalla Tesi di Laurea di Mirko Ruffoni)